L’immagine del Fregene 2010 e la collezione Enrico Baffi
L’immagine utilizzata per caratterizzare la 32° edizione del Premio Fregene è quella di Viale della Pineta ritratta da Giulio Aristide Sartorio.
L’artista, nato a Roma il 1860 e deceduto il 3 ottobre 1932, ha notorietà internazionale.
Il quadro dal titolo “La Pineta” è stato acquisito nello stato dell’Oregon dopo un percorso che probabilmente cominciava dall’Argentina ed è di proprietà del Prof. Enrico Baffi.
Enrico Baffi, profondamente legato a Fregene, ha avviato da alcuni anni una pregevole collezione di quadri, disegni, acquarelli, pastelli, raffiguranti Fregene e Maccarese, alcuni di illustri artisti e di pregio veramente notevole.
Il Prof. Baffi ha selezionato altre quattro Opere della sua collezione a cui è particolarmente legato e che volentieri pubblichiamo. E’ per noi doveroso sottolineare il valore dello sforzo anche economico che l’amico Enrico sostiene nel voler mantenere (uno dei pochi) intatta la memoria storica di questo Territorio. La sua attività di ricerca dei quadri in tutto il mondo ha un profondo significato non solo culturale ma anche sentimentale.
Fregene, Enrico Vizzotto Alberti (Oderzo, 1880; Padova, 1976), detto Enrichetto. Enrico Vizzotto fu pittore naturalista del periodo a cavallo fra ottocento e novecento.
La sua fama non è relativamente elevata anche perché il suo lavoro fu offuscato dalla produzione di maggiore importanza del fratello Giuseppe. Ha una certa diffusione nel nord-est del Paese. Sul retro del quadro qui raffigurato è scritto: “A mia cognata Amalia in segno di riconoscenza per ricordarLe la bella domenica a Fregene. Enrichetto-1905”
Maccarese, Onorato Carlandi (Roma, 1848; Roma1939) Il quadro è databile intorno al 1890 quando la “Cicala” (così veniva soprannominato dai suoi compagni dei XXV della Campagna Romana) si recò a Maccarese e realizzò quattro importanti acquarelli.
Egli fu grande pittore della luce, attraverso le trasparenti chiarezze e la luminosità solare che inondano sempre i suoi quadri. Il suo percorso come pittore cominciò quando egli rappresentò gli avvenimenti risorgimentali (vi aveva preso parte volontariamente, come garibaldino, nel 1866).
La foce dell’Arrone, Ettore Roesler-Franz (Roma, 1845; Roma, 1907).
Pittore autodidatta, inizialmente impiegato al consolato inglese, si votò successivamente interamente all’arte, concentrando la propria attenzione sugli aspetti della Roma pittoresca. Ha dipinto spesso Maccacarese con le sue macchie i suoi stagni ,gli animali del luogo e le persone del luogo. Il quadro che qui si presenta è un bel bozzetto di altra opera acquistata a cavallo fra ‘800 e’900 dalla famiglia Savoia.
Maccarese, Enrico Coleman figlio e allievo del pittore Charles, sin da giovinetto accompagnava il padre nelle lunghe peregrinazioni artistiche e venatorie. Egli si dedicò al paesaggio animato della Campagna romana Contribuì alla creazione del noto sodalizio fra pittori che fu chiamato “I XXV della Campagna Romana. I suoi amici lo soprannominarono subito”Capoccetta” a vita. Il quadro che qui si riproduce rappresenta un frammento di bosco di Maccarese. Impressiona la sicurezza nel tratto da grande acquarellista.
G. A. Sartorio a Fregene (di Mario Verdone)
Riproponiamo l’articolo che Mario Verdone scrisse nel 2004 per il Premio Fregene. In quella 26° edizione fu adottata come immagine per il libretto del Premio e per il materiale di promozione il bellissimo quadro di Giulio Aristide Sartorio ”Mattinata a Fregene” eseguito nel 1929. Lo sguardo della bambina, il morbido gesto della madre, i colori delle vesti e del mare ci colpirono profondamente. L’Opera riproduce anche il mare di Fregene e ricrea l’atmosfera magica di una spiaggia ancora integra.
Il brano di Mario Verdone, giurato storico del Premio Fregene ed esperto in molti campi delle Arti e della Conoscenza, costituisce una testimonianza veramente preziosa.
Giulio Aristide Sartorio, nato a Roma l’11 febbraio 1860 e deceduto il 3 ottobre 1932, fu uno dei fondatori del gruppo di artisti “I XXV della Campagna romana” con Enrico Coleman, Onorato Carlandi e Giuseppe Raggio. Creò opere ispirate a miti letterari e pagani, secondo le inclinazioni dei simbolisti, dei preraffaeliti e del liberty, ma teneva presente la civiltà agraria ottocentesca, attento alla natura, al paesaggio, alla vita degli animali nell’Agro. Amò i viaggi, e numerose sono le opere eseguite e disseminate in vari Paesi europei, Egitto, Medio Oriente, Giappone, America Latina.
Fu attratto dalle nuove tecniche nel campo della grafica, della fotografia e della cinematografia. Tra i molti olî dipinti nel litorale laziale spiccano quelli degli anni Venti, sulla spiaggia di Fregene che frequentò, tra cui Mattina a Fregene (La famiglia), I gabbiani, Gambina ferita, Ritratto di bambina. A Fiumicino aveva dipinto Alba sul Tevere. Nella campagna romana numerose sono le sue tempere (una ottantina), i pastelli, le acqueforti, in cui aveva riportato impressioni su bufali, cavalli, butteri, carri di fieno, greggi al pascolo, abbeverate, pinete, movendosi tra Terracina, Castelfusano, Ostia antica, Fregene, Civitavecchia, e tante altre località. Amava il cavallo ed era un perfetto cavallerizzo.
In Mattina a Fregene è ritratta la sua seconda moglie Magda Sevilla, affascinante attrice italo-spagnola, con i figli Lidya e Lucio. Magda è la sua ispiratrice in molti dipinti degli anni Venti. Quando Sartorio, appassionato fotografo, volle dedicarsi al cinema, cioè all’ “arte veloce”, secondo l’espressione del Poeta Soldato, Magda fu l’interprete tra il 1918 e il 1919 del film Il mistero di Galatea. Era l’epoca in cui Sartorio abitava la villa Horti Galateae, tra via di Porta Latina e via Settimiana. Il film, sul tema classico della statua resa animata dall’amore del suo artefice, era di impronta dannunziana. Aveva in comune col Poeta il tema mitico e arcaico, le atmosfere magiche e stregonesche, il senso del meraviglioso. Il mistero di Galatea era situato nella campagna romana, che Sartorio chiamava, dannunzianamente, “leggendaria”.
2.La Mostra dedicata a G. A. Sartorio nel 1975 alla romana Galleria dell’Emporio Floreale, in Via delle Carrozze, curata con fine competenza da Pasqualina Spadini, fu un vero omaggio a Fregene con una luminosa collezione di olî su cartone (1927-29), in gran parte inediti (o presentati in altre mostre con titoli diversi): Fregene, Mattinata sul mare, Elena e Cassandra, Figure sulla riva del mare, Maternità, Maternità e infanzia, La famiglia, ancora Fregene. Magda Sevilla vi appare semicoperta di scialle e veli, con un ombrellino giapponese, e Lidya e Lucio, piccoli, nudi, tra la sabbia e le spume del mare, in un movimento gioioso e armonioso, forme raffinate di un decorativismo liberty, inondate di luce. “Coloritore assai ricco e potente e disegnatore audace” come l’aveva descritto Gabriele D’Annunzio nel 1886, fa qui primeggiare il bianco, il giallo, l’azzurro, per ottenere immagini di grande bellezza e purezza, in un autentico canto alla “gioia di vivere”.
LA GIURIA
LA GIURIA del Fregene 2014
Giuria
Francesca Alliata Bronner
Marco Antonellis
Fabrizio Battistelli
Paola Cacianti
Laura Delli Colli
Luciano Onder
Maria Rita Parsi
Daniela Tagliafico
Cinzia Tani
Membri Onorari
Marcello Ciccaglioni
Angelo Consalvo
Fabrizio Monaco
Rossana Montesperelli
Gianpiero Gamaleri
Marcia Theophilo
Presidente del Premio
Marina Pallotta
EDIZIONE 2014
XXXVI edizione
Sabato 6 settembre, alle ore 21, Fregene
La Giuria ha consegnato i riconoscimenti ai seguenti vincitori:
Divulgazione culturale:
NICOLA PIOVANI
“La musica è pericolosa” – Rizzoli
Giornalismo:
MASSIMO GRAMELLINI
“La magia di un Buongiorno” - Longanesi
Comunicazione televisiva:
PIF
“Il Testimone” - MTV
Giornalismo televisivo:
RICCARDO IACONA
“Presa diretta” – RAI 3
Narrativa:
LIDIA RAVERA
“Piangi pure” - Bompiani
COMUNICATI STAMPA
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PREMIO FREGENE 2014 La Giuria...
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